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C’è un’isola meravigliosa nell’Oceano Indiano, con un fascino così intenso da essersi meritata nel tempo nomi come Lacrima dell’India, Perla d’Oriente, Isola Risplendente e molti altri ancora: è lo Sri Lanka.

Terra di foreste rigogliose, spiagge selvagge da cartolina e paesaggi indimenticabili con le verdi colline delle piantagioni di tè che riempiono l’orizzonte, lo Sri Lanka è anche una destinazione che fa innamorare i viaggiatori con la sua forte spiritualità.

Sono moltissimi i templi e i santuari che punteggiano l’isola, dedicati a Buddha o alle divinità indù, con reliquie preziose e statue gigantesche che dominano i templi. Ma la spiritualità dello Sri Lanka ha anche un volto diverso e più misterioso: quello dei miti e delle leggende che ancora oggi, dopo secoli dalla loro nascita, fanno parte della cultura locale.

 

Il ponte di Rama

Leggenda vuole che un tempo India e Sri Lanka, oggi separati dallo Stretto di Palk, fossero collegati via terra da un vero e proprio ponte. Se ne parla nel Ramayana, il poema epico indiano di oltre 20.000 versi che racconta la vita del divino principe Rama.

Secondo il Ramayana è stato proprio Rama a costruire il ponte, per portare il suo esercito dall’India allo Sri Lanka e liberare la sua sposa Sita, rapita dal re demone Ravana e tenuta prigioniera sull’isola. Ad aiutare Rama nella costruzione sono stati i Vanara, uomini-scimmia mitologici coraggiosi e molto leali: in cinque giorni hanno realizzato un ponte di rocce lungo 100 leghe, che ha consentito al principe di entrare in Sri Lanka con le sue truppe e di riportare la moglie a casa.

In questa leggenda c’è un fondo di verità: alcune immagini scattate dai satelliti della NASA hanno rilevato una formazione di sabbia, limo e ciottoli che attraversa lo stretto di Palk e che collega l’India allo Sri Lanka. Inizialmente si è pensato a un fenomeno naturale, ma analisi più approfondite hanno rilevato che in realtà si tratta di un’opera dell’uomo, e più precisamente di un ponte rotto di circa 18 miglia, formato da massi posizionati sul fondo marino per creare una strada rialzata circa 1,7 milioni di anni fa.

 

Il mito di Sigirya

Questa incredibile fortezza che sorge su una roccia è uno dei siti archeologici più noti e visitati dello Sri Lanka, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. L’antico castello del re Kashyapa è stato costruito nel quinto secolo sulla sommità piatta di una roccia vulcanica alta circa 180 metri e dalla forma ellittica. Dal momento che si trova in mezzo a una pianura, è visibile da chilometri di distanza.

A questa meraviglia archeologica è però associata una triste storia familiare di guerre e rivalse. Kashyapa infatti era figlio illegittimo del re Dhatusena, e decise di murare vivo il padre per impadronirsi del trono che sarebbe spettato di diritto a suo fratello Moggallana. Quest’ultimo fuggì in India per scappare al fratello, e Kashyapa fece costruire il suo palazzo reale sulla rocca di Sigirya in modo da poter vedere arrivare Mogallana quando fosse tornato a vendicarsi. All’arrivo dell’esercito di Mogallana, le truppe di Kashyapa si arresero al nemico e il re usurpatore si suicidò con la propria spada.

Mogallana decise in seguito di trasformare Sigirya in un monastero, ristabilendo la capitale del suo regno ad Anurādhapura.

 

Demoni e danze rituali

Come in molte altre tradizioni, anche lo Sri Lanka ha delle leggende legate alla lotta tra bene e male. In particolare della cultura dell’isola fanno parte due tipi di demoni, gli yakseya e gli yakka, governati dal re demone Wesamuni, in grado di decapitare con un colpo della sua spada magica anche migliaia di suoi seguaci se disubbidiscono alle sue regole.

Tra i demoni che fanno parte del folklore dello Sri Lanka c’è il vampiro Riri Yaka con quattro braccia e volto di scimmia, il principe nero Kalu Kumaraya che attacca le donne sole per ucciderle, il gigante Maha Sona che infesta i cimiteri, l’uccello diavolo dal grido agghiacciante che predice sventure, e molti altri.

Nella tradizione dei popoli che abitano ancora oggi le zone rurali dell’isola c’è la credenza che siano i demoni a portare malattie e disgrazie all’uomo, quindi per sconfiggerle e superarle si ricorre a rituali di esorcismo. Si tratta di danze eseguite da uomini vestiti con costumi locali, illuminate da torce e accompagnate da tamburi e canti. Lo scopo della danza è attirare il demone per farlo poi scacciare dall’esorcista.

Questi rituali antichi e lontani dal nostro immaginario contribuiscono al fascino magico e selvaggio di quest’isola tutta da scoprire.

 

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