Come prepararsi a un Viaggio da sogno con un buon libro

Andare per il mondo è come sfogliare le pagine di una grande enciclopedia, in una continua scoperta che appaga mente e cuore. A volte, la scelta di un viaggio è proprio dettata dalla lettura di un libro che ci è rimasto particolarmente impresso. E sempre di ritorno da un viaggio, ci conforta ritornare a luoghi che abbiamo visitato e vissuto con intense emozioni, grazie alla lettura di un libro. In questo nuovo articolo vi suggeriamo 5 opere a metà tra narrativa di viaggio, autobiografia e saggio, ideali per prepararvi a una partenza con la giusta carica e un bagaglio di conoscenze preziose.

Chiunque ami l’India e più in generale l’Asia conosce probabilmente un grande giornalista e scrittore: Tiziano Terzani. Figura dal grande carisma e dalla personalità magnetica, ha viaggiato in lungo e largo per tutto il continente asiatico, di cui ha cercato di cogliere nei suoi libri l’essenza più autentica.

Una delle sue opere più celebri è: “Un indovino mi disse”, apparso nel 1995. Il libro prende le mosse da un viaggio compiuto dal giornalista senza mai prendere un aereo, spostandosi solamente via mare e via terra. Questo gli dà la possibilità di viaggiare lentamente tra diversi paesi, tra cui Thailandia, Singapore, Indocina e India, fornendo un resoconto sognante e al tempo stesso lucido di ognuno di essi.

Ciò che colpisce è soprattutto l’umanità con il quale Terzani si confronta e interagisce: persone comuni, abitanti della strada, artisti squattrinati, maghi, astrologi e indovini. Ne viene fuori un mosaico incredibile di culture, stili di vita, religioni e lingue, che danno la giusta misura della complessità e della ricchezza inestimabile di un continente come l’Asia. Questo libro è rivolto quindi ai viaggiatori amanti dell’Asia che cercano il contatto con gli abitanti del posto, e che ritengono che essi siano un grande valore aggiunto, oltre al grande patrimonio storico e culturale di ogni destinazione.

Ispirazioni di Viaggio:
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Istanbul, il solo nome evoca desiderio di viaggio. Questa città antichissima, da sempre ponte privilegiato tra Oriente e Occidente, è oggi una metropoli turca dalle vaste dimensioni attraversata dolcemente dal Bosforo.

Orhan Pamuk, famoso scrittore insignito del Premio Nobel per la letteratura, è nato e cresciuto in questa città, di cui è sempre stato testimone privilegiato.

“Istanbul”, ecco il titolo di uno dei suoi libri più famosi, una sorta di autobiografia nella quale la protagonista è proprio la città stessa, vista attraverso lo scorrere del tempo. Il libro contiene anche meravigliose fotografie in bianco e nero. Durante la lettura, sembra quasi di essere accompagnati per mano lungo le strade e le piazze della città: i suoni, i colori e le fragranze diventano quasi tangibili.

Rivivono alcuni personaggi ormai poco comuni, come ad esempio il “bozaci”, un venditore ambulante della” boza”, una bevanda fermentata dal sapore leggermente aspro. Interi quartieri vengono illuminati dal racconto di un’umanità palpitante: mestieri quasi scomparsi, artigiani, canzoni nostalgiche e figure quasi mitologiche.

In sottofondo, pare quasi di udire il rumore dolce dei battelli che solcano le acque del Bosforo, questa straordinaria arteria vitale di Istanbul, con il garrire dei gabbiani in cerca del simit, il celebre pane turco a forma circolare. Insomma, un libro perfetto per chi ha adorato Istanbul o per coloro che sognano di visitarla almeno una volta nella vita, descritta attraverso gli occhi di un vero innamorato.

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“Autostop con Buddha” di Will Ferguson è un libro immancabile sullo scaffale degli amanti del Giappone. La trama, in sintesi: un occidentale decide di partire per il Sol Levante e di esplorarlo inseguendo la fioritura del ciliegio in tutto il paese, da Nord a Sud, utilizzando solo l’autostop come modalità di spostamento.

Ciò gli permette di calarsi a pieno nel profondo della quotidianità giapponese, con tutti gli elementi che la contraddistinguono.

Ecco così che Ferguson delinea il groviglio di contraddizioni che anima il popolo giapponese: un misto di cerimoniosa ospitalità e intima discrezione, le grandi metropoli affollate e quel senso di pacifica armonia che è il traguardo a cui aspira tutta la cultura giapponese nelle sue varie manifestazioni.

Un libro che cresce vertiginosamente in intensità a mano a mano che il protagonista incontra lungo la sua strada una galleria di personaggi emblematici e indimenticabili.

In bilico tra spiritualità e leggerezza, a volte toccante e altre un po’ crudo, Autostop con Buddha diverte e commuove, in un’altalena di emozioni portate via dal vento, come fiori di ciliegio. Un libro perfetto a chi sogna da sempre di visitare il Giappone, da sottolineare avidamente e da leggere, volendo, davanti a una tazza di tè o a un bicchierino di sakè.

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José Saramago, la voce più limpida della letteratura portoghese premiata con il Premio Nobel, scrive nel 1981 “Viaggio in Portogallo”, un libro che sfida ogni definizione, sospeso tra un reportage e saggio sul paese. Un’opera inclassificabile, in cui l’autore esplora le località più note e quelle sconosciute, isolate nell’entroterra lusitano.

Ogni luogo è ricco di aneddoti, informazioni storiche, curiosità e dettagli imperdibili. Saramago non si ferma davanti a niente, mosso da una voglia di sapere e di conoscere: bussa a conventi, chiese, monasteri, palazzi storici e umili dimore di agricoltori.

Ne emerge un quadro del Portogallo che cattura per la sua singolarità: un paese per molti versi ancestrale, ancorato a tradizioni millenarie, popolato da abitanti umili e distinti, accomunati dal rispetto di un grande passato storico.

Grande è l’erudizione di Saramago, che però riesce con la sua penna a divertire e a incuriosire, non risultando mai pesante o troppo accademico. E così, il lettore lo può seguire in viaggio per strade e sentieri del Portogallo, che siano quelli vasti dell’Alentejo o selvaggi come nella regione della Galizia.

 Le dolci colline dell’Algarve lambite dall’Oceano segnano il confine meridionale del paese, mentre risuona il consiglio dello scrittore, da tenere a mente per tutti i viaggiatori:
“Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.”

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